martedì 30 marzo 2010

Un fiume di merda verde


Un'onda verdognola color vomito avanza inesorabile lungo lo stivale. Sgorga dai fetidi monti veneti e ingorga le valli lombarde. Una melma olivastra e malaticcia ricopre l'intera pianura. Nelle grandi città del nord invano si cerca un rimedio. Qualcuno propone di costruire una diga di marza pane e contenere l'inondazione solo nella bassa pianura veneta, ma qualcun altro fa giustamente notare che la melma è già giunta fin dentro gli appennini piemontesi fin anche a quelli tosco-emiliani.
Allora un amincolo bassoccio e baffuto propone di deviare il flusso della melma: “costruiamo dei canali laterali, in modo tale da deviarne il tragitto... potremmo, se non respingerla, per lo meno deviarla!”, “già... è dove? In Francia?... non anzi, in Spagna?” fa eco un uomo alto e corpulento che si erge alle spalle del nanerottolo.
Torino ne è oramai invasa, le sue strade sono sommerse dal verde vomito. Liquame e vomito, ecco a cosa somiglia. Una putrida e sgradevole sostanza gelatinosa, senza una precisa forma ne sostanza. Perfino l'odore è insopportabile. Uova marce, piedi sporchi, calzini di cinque giorni, una maglietta sudata, una carcassa di animale putrefatta, una fogna a cielo aperto. Sono tante puzze che messe insieme non si annullano ma al contrario si esaltano.
Mentre si decide sul da farsi arrivano notizie pessime. Milano è data per spacciata, Vicenza e Verona sono talmente sommerse che all'orizzonte non si scorgono neanche i campanili delle chiese. Venezia resiste a stento, la vecchia Serenissima ha affrontato ben altri tipi di inondazioni e mareggiate, ancora qualche impavido è deciso a lottare fino alla fine, nuove barriere e nuovi argini vengono costruiti lungo il litorale di Mestre, ma le speranze sono deboli e il nemico e forte.
Altre voci di resistenza giungono dalla Val D'Ossola e da Verbania. Una lunga cinta muraria argina la fiumana malvagia e terrificante, pochi giovani sono sopravvissuti, qualche anziano signore ancora invaso dallo spirito dei tempi che furono, senza sosta e senza indugio, continua ad ammassare sacchi di sabbia li uni su li altri, massi su massi, travi su travi. Una bicicletta, una panchina, una cabina del telefono, una carrozzina, un cartello stradale. Una barricata variegata colorate che contrasta vistosamente con le tonalità di morte e fetore della melma olivastra.
Solo l'Emilia sembra ancora in grado di resistere all'invasione.

Alfio si guarda intorno, si è appena svegliato e non sta capendo un cazzo. Sente solo solo il rumore di motori e il vociare di uomini per la strada. È ancora rincoglionito dalla sera prima. Sul pavimento mozziconi di sigarette e canne fanno compagnia alle bottiglie di birra semivuote. Lo stereo è ancora acceso e il cd dei Doors rincomincia per la tredicesima volta. Si alza, si passa una mano pesante sulla faccia quasi a voler scacciare il sonno e la stanchezza. Conta fino a tre... uno... due...tre. È in piedi. Un attimo immobile, svarioni nella testa, “forse non avrei dovuto alzarmi così bruscamente”.
Guarda l'orologio, le quattro, pesanti come un tuono. Incuriosito dal chiasso della strada decide di vedere cosa succede, ma prima, raccoglie uno spinello superstite e lo accende. Si avvicina alla finestra ancora sbarrata e la spalanca. La luce del sole lo acceca, non vede nulla se non un bianco paradisiaco e immacolato che penetra le palpebre chiuse con prepotenza. Un 'olezzo fastidioso gli fa riacquistare i sensi. Puzza di letame e putrido marciume. Le forme si fanno più nitide e chiare. Piano piano ridefinisce i colori e le forme delle cose. La strada è invasa da un fiume in piena, verde e gelatinoso. Dalle case di rimpetto altra gente assiste impietrita alla visione. Da dove viene questa merda? Cosa sta succedendo?

In meno di tre ore tutto il nord Italia è invaso da questo melma e nessuno sa come è cominciato tutto né come fermare questa invasione. I più audaci continuano a resistere costruendo dighe di fortuna ma oramai è troppo tardi. Come è potuto succedere? E lo stato? La polizia? I vigili del fuoco? La protezione civile? Chi doveva prevenire questa ecatombe? Chi è il responsabile? E adesso che bisogna fare?

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