
Figura antagonista, pasquino fu l’ultima statua parlante di Roma… o meglio.. n’deRoma!!
Posizionate nel centro storico alla statua di notte, venivano attaccati sonetti satirici e politici che se la prendevano per lo più con le autorità statali, quindi contro il papa, il potere temporale e i cardinali.
La fama di Pasquino divenne tale che alcuni papi, preoccupati, tentarono più volte di prendere l’autore o gli autori della “pasquinate”, fecero presiedere la statua giorno e notte ma in compenso le pasquinate si estesero a tutte le statue romane. Fu pure proposto di gettare la statua nel Tevere ma la coscienza di alcuni cardinali riuscì a prevalere sull’autorità di papa Adriano VI.
Pasquino sopravvisse nel tempo, le ultime pasquinate risalgono al fascismo dove dopo un lungo periodo di pausa Pasquino ritorna:
"Povera Roma mia de travertino!
T'hanno vestita tutta de cartone
pè fatte rimirà da 'n'imbianchino
tuo prossimo padrone."
In tempi più recenti, in occasione della visita di Mikail Gorbaciov a Roma, Pasquino diede voce al disturbo che certe misure di sicurezza arrecavano ai romani:
"La Perestrojka nun se magna
da du' giorni ce manni a pedagna
sarebbe er caso de smammà
ce cominceno a girà."
L'origine del nome è avvolta nella leggenda, di cui esistono diverse versioni. Secondo alcuni Pasquino sarebbe stato un personaggio del rione noto per i suoi versi satirici: forse un barbiere, un fabbro, un sarto o un calzolaio. Secondo Teofilo Folengo mastro Pasquino sarebbe stato un ristoratore che conduceva il suo esercizio nella piazzetta. Un'ipotesi recente sostiene invece che fosse il nome di un docente di grammatica latina di una vicina scuola, i cui studenti vi avrebbero notato delle rassomiglianze fisiche: sarebbero stati questi a lasciare per goliardia i primi fogli satirici. Vi è anche un'altra versione che vorrebbe collegare il nome della statua a quello del protagonista di una novella del Boccaccio (Decamerone, IV, 7) morto per avvelenamento da salvia, erba nota invece per le sue qualità sanifiche: il nome quindi sarebbe stato ad indicare chi viene danneggiato dalle cose che si spacciano per buone (come poteva essere, in quel contesto, il potere papale).

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